Ormai è storia nota: per trasformare un’idea vincente in un’azienda di successo bisogna veicolare il proprio lavoro attraverso una start-up. Tuttavia non è così chiaro in che modo è possibile far nascere un nuovo business da zero
Si pensa sia semplice far sorgere dal nulla una società non tradizionale (cioè quello che comunemente si chiama, appunto, start-up). Ma non è così. L’idea, per trasformarsi in società redditizia, deve confrontarsi con la realtà del mercato e del processo produttivo o commerciale.
Per dar vita a una società imprenditoriale temporanea o non tradizionale o a un’attività di capitali in cerca di soluzioni organizzative e strategiche votate alla crescita o alla capitalizzazione su larga scala bisogna affidarsi ai cosiddetti incubatori d’impresa o agli acceleratori di start-up. In Italia ce ne sono a centinaia, ma il più delle volte sono istituzioni o strutture sconosciute ai più.
Di cosa si tratta? Gli incubatori di start-up e gli acceleratori sono istituzioni pubbliche, private o collettive che si occupano di supportare le nascita e lo sviluppo di nuove imprese. Sono delle vere e proprie realtà di supporto, fondazioni od organizzazioni che seguono la nascita e lo sviluppo delle nuove imprese. In pratica istituzioni o reti che aiutano gli imprenditori a far crescere la propria azienda attraverso servizi di formazione e mentoring, ma anche offrendo spazi fisici e strumenti utili al processo di avvio di un’impresa.
E non solo: il più delle volte, tali realtà offrono ciò che è davvero indispensabile a chi vuole trasformare una semplice idea in un’azienda o un business… Cosa? Niente più e niente meno dell’opportunità di entrar a far parte di un network, con assistenza, consulenza legale, commerciale e contatti con investitori.
I servizi di incubazione e di accelerazione, ovviamente, non sono la stessa cosa. Gli incubatori d’impresa sono strutture che seguono la fase embrionale dell’impresa: si concentrano quindi sulle idee, i progetti iniziali dal punto di vista contenutistico e imprenditoriale. E aiutano queste intuizioni a crescere, a prender forma. Ecco perché si parla di percorsi di incubazione. Processi che hanno di solito una durata relativa (qualche mese di tutoraggio).
Dall’idea all’azienda: perché affidarsi a un incubatore o a un acceleratore di start-up
Chi ha bisogno dunque di consulenza specialistica iniziale, di un consiglio per definire da zero il modello di business, supporto per accesso al credito e agli investitori e aiuti materiali (luoghi a cui appoggiarsi, strumenti per realizzare le proprie idee) deve rivolgersi a un incubatore.
Gli acceleratori d’impresa, invece, sono strutture che aiutano le aziende già formate a svilupparsi. Si tratta di istituzioni o network che agevolano e velocizzano la crescita delle start-up già avviate ma che non riescono a sfondare. L’obiettivo è quello di rendere la nuova start-up funzionale nel mercato o attrattiva per gli investitori.
Il più delle volte tali attività di supporto sono gestite da enti pubblici, ma possono anche derivare da iniziative speculative di società private. Nulla di strano: se l’idea è buona, è ovvio che un privato voglia investirci per trasformarla in un business redditizio. Occhio alle strutture certificate dal MISE che hanno alcune agevolazioni. In giro ci sono anche molte strutture non certificati, spesso note come Business Innovation Centres (BICs), e non è detto che siano per forza referenti malvagi. Funzionano bene quelle strutture gestite dalle università o dalle grandi imprese. Facilissimo cercarle sul web: basterà usare le parole chiave incubatore e acceleratore d’impresa per ottenere tanti risultati interessanti.